Quali sono le aziende che possono iscriversi a Fondimpresa? È questa una delle tante domande che spesso ci si sente rivolgere quando si approccia al tema dei fondi interprofessionali.
Ma non finisce qui. Sono molti altri i dubbi e le domande che le aziende si pongono prima di aderire a un Fondo Interprofessionale. In questo articolo cercheremo di fare chiarezza per fornire tutte le risposte del caso su strumenti e messi per accedere alla formazione finanziata così da agevolare le aziende nella valutazione e nella scelta di aderire o meno a un Fondo.
Quali aziende possono aderire a Fondimpresa
La normativa vigente vuole che possono iscriversi aziende di ogni dimensione e tipologia, operanti in qualsiasi settore produttivo. Il fattore vincolante però è che tali aziende devono avere in organico dipendenti per i quali versano all’Inps il contributo obbligatorio contro la disoccupazione involontaria dello 0,30%. Questa quota infatti, consentirà all’azienda di accedere gratuitamente ai corsi di formazione in quando i fondi accantonati tramite Inps rientrano nel cosiddetto Conto Formazione, finalizzato appunto alla formazione finanziata.
Per maggiori dettagli è possibile fare riferimento a quanto prescritto nell’ex regolamento 671/2014.
Le PMI possono iscriversi a Fondimpresa?
Un’altra domanda molto frequente riguarda le piccole e medie imprese: le PMI possono effettuare l’iscrizione a Fondimpresa e accedere alla formazione professionale finanziata? Oppure è necessario essere un’azienda di medie o grandi dimensioni per iscriversi al Fondo?
I dati del Report “Le Attività di Fondimpresa” divulgato nel Novembre 2016, sono utili per avere un’idea delle tipologie di azienda aderenti al Fondo. Pare infatti che nel Novembre 2016 le imprese iscritte a Fondimpresa fossero complessivamente 158 mila delle quali 732 con una crescita del 6,2% rispetto al 2015.
Le micro-aziende invece, cioè quelle fino a 9 dipendenti, rappresentavano il 62% delle aziende aderenti al Fondo, con l’8% dei lavoratori e una crescita del 7,2% rispetto al 2015.
Infine, il bacino complessivo delle piccole imprese fino a 49 dipendenti, si attestava al 91,4% del totale, con quasi il 30,8% degli addetti.
Per effetto di questi incrementi, la quota delle grandi aziende, quelle da 250 dipendenti in su, sul totale delle aderenti scendeva all’1,3% ma rappresentava il 42,6% dei lavoratori.
In quali regioni è attivo il fondo?
L’iscrizione al Fondo è aperta a tutte le aziende attive su tutti il territorio nazionale.
Sempre secondo i dati del Report “Le Attività di Fondimpresa”, la più elevata concentrazione delle adesioni per matricola Inps si registra nelle regioni del Centro-Nord mentre i tassi di adesione più alti si registrano nelle regioni del Centro-Sud e Isole. Nell’ordine si rilevano:
- Lombardia: 13,8% delle aziende e 23,1% dei lavoratori.
- Veneto: 14% delle aziende e 11,8% dei lavoratori.
- Piemonte: 7,4% delle aziende e 10,1% dei lavoratori.
- Emilia Romagna: 6,1% delle aziende e 8% dei lavoratori.
- Campania: 11% delle aziende e 5,2% dei lavoratori.
- Sicilia: 8,4% delle aziende e 3,3% dei lavoratori.
- Puglia: 6,5% delle aziende e 3,5% dei lavoratori.
Quali settori produttivi sono ammessi?
Possono aderire al Fondo le aziende attive in qualsiasi settore produttivo. Ogni avviso però è destinato alla formazione professionale in specifiche aree d’intervento pertanto è sempre conveniente consultare il catalogo corsi accreditati Fondimpresa.
In particolare, secondo i dati del Report 2016, si è registrato che le attività manifatturiere sono il settore produttivo preminente tra le imprese aderenti, anche se registrano una lieve ma progressiva diminuzione sul totale, con il 31,8% delle aziende (-0,5% rispetto al 2015) e il 50,6% degli addetti (-0,4% rispetto al 2015).
Nell’ambito del comparto manifatturiero prevale il metalmeccanico, con il 43,8% delle adesioni e il 46,6% dei lavoratori, seguito a notevole distanza dall’alimentare con l’11% delle adesioni e con il 7,5% dei lavoratori, e dal tessile abbigliamento con il 7,7% delle adesioni del comparto con l’8% dei lavoratori.
Anche il peso degli addetti nel settore chimico (8,1%) è interessante, perché superiore alla media a differenza del numero di aziende (4,1%), inferiore alla media.
I settori carta e stampa, gomma e materie plastiche e produzione di minerali continuano a posizionarsi intorno al 5% del totale del comparto manifatturiero quanto ad aziende e dipendenti. Il settore delle costruzioni, dove si contano per lo più PMI e micro-imrpese, si attesta al 15,3% del totale delle aziende aderenti con il 6,3% dei lavoratori.
Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni invece contano aziende di dimensioni maggiori e rappresentano il 4,7% del totale con il 12,7% dei lavoratori, mentre l’informatica e i servizi alle imprese con il 12,4% delle aziende registrano l’8,8% dei lavoratori. Commercio, riparazioni e beni personali e per la casa rappresentano il 15,5% delle aziende aderenti con il 7,6% dei lavoratori. Sanità e assistenza sociale, insieme con gli altri servizi pubblici sociali e personali, si attestano al 6,9% delle aziende aderenti e al 5,6% dei lavoratori. Le aziende agricole e della pesca costituiscono infine il 3,4% del totale delle aderenti con l’1,9% dei lavoratori.
Ambiti della formazione accreditata Fondimpresa
Fondimpresa offre a PMI e grandi imprese, opportunità di sostegno finanziario per l’implementazione di percorsi formativi su tematiche strategiche per la competitività d’impresa attraverso avvisi mirati e una proposta formativa variegata.
Questi sono gli ambiti dei corsi di formazione finanziati dal fondo:
- Innovazione tecnologica.
- Digitalizzazione dei processi aziendali.
- Qualificazione dei processi produttivi e dei prodotti.
- Innovazione organizzativa.
- Internazionalizzazione.
- E-commerce.
- Reti d’impresa.
- Sostenibilità ambientale
- Prevenzione e mitigazione dei rischi sismici e idrogeologici.
Le aziende quindi, traggono enorme vantaggio da un catalogo corsi accreditato Fondimpresa così ampio e vario in grado di accrescere il know-how interno in diversi settori aziendali, con importanti sgravi economici e importanti ritorni in termini di investimento sul capitale umano.
Benefici per le aziende iscritte a Fondimpresa
Il primo beneficio diretto quindi, è la possibilità di finanziare integralmente la formazione per il proprio personale sulle tematiche più disparate, facendo sì che la formazione non costituisca affatto un costo, ma soltanto una preziosa opportunità di crescita per il personale e per l’azienda.
Ciò è tanto più vero nel caso delle PMI italiane, in cui il ridotto numero di dipendenti e/o la scarsità di fondi destinati ai corsi di formazione fa sì che l’alta specializzazione in settori aziendali specifici, utile allo sviluppo del business, diventi un costo insostenibile. Fondimpresa interviene esattamente in questo contesto per supportare le piccole e medie imprese nel percorso di lifelong learning, umano e professionale.
Fondimpresa per la ricollocazione delle fasce deboli
Il Fondo inoltre, sostiene l’erogazione di percorsi formativi che consentano la qualificazione tecnica e delle abilità personali di lavoratori più “deboli”, esposti a difficoltà di vario genere all’interno di contesti organizzativi aziendali: giovani neo-assunti, lavoratori a rischio di espulsione dal mercato del lavoro, over 50, stranieri e donne. Fondimpresa infatti, punta a una formazione settoriale e specializzata, mirata alla crescita professionale di ciascuna fascia di lavoratori.
In tal modo le aziende riscontreranno un importante beneficio economico indiretto: le competenze aggiornate e qualificanti del personale incidono fortemente sulla produttività e redditività dell’impresa, permettendo l’introduzione di nuove soluzioni produttive e tecnologiche, l’ottimizzazione dei processi di lavoro, l’introduzione di nuove linee di business e altri elemento che creano il vantaggio competitivo delle imprese.
Fondi a favore delle fasce deboli: il dibattito
La formazione attivata da Fondimpresa non è solo volta all’aggiornamento del personale dipendente dell’azienda, ma può essere in larga parte utilizzata per ricollocare le risorse che hanno subito più di tutte gli effetti della crisi attraverso agevolazioni e corsi di formazione per le fasce deboli di lavoratori come, ad esempio, disoccupati e inoccupati, over 50 e ammortizzatori sociali. In realtà si tratta di un argomento controverso, soprattutto negli ultimi giorni.
I piani di intervento di Fondimpresa, com’è noto, possono essere declinati su tre direttive: innanzitutto la formazione e l’aggiornamento dei dipendenti dell’azienda, in secondo luogo la preparazione dei giovani finalizzata all’ingresso nel mondo del lavoro e la riqualificazione delle risorse tagliate fuori dal mondo del lavoro a causa della crisi.
Ebbene, quanto al primo punto, sappiamo per certo che Fondimpresa ha stanziato oltre 2,7 miliardi di euro per la formazione, negli ultimi 11 anni, fino al 2016. Queste risorse hanno contribuito all’accrescimento professionale di oltre 2,8 milioni di lavoratori. Dunque, si tratta di un segnale forte, che va sicuramente nella direzione prefissata. Anche la preparazione dei giovani che si affacciano al mondo del lavoro fa parte dei pilastri che vengono portati avanti senza alcuna difficoltà.
Ciò detto, emerge una difficoltà oggettiva di inserire tra le azioni di Fondimpresa, il ricollocamento delle risorse umane che hanno subito in misura maggiore la crisi.
Il motivo è molto semplice: a seguito dell’emanazione del Jobs Act, che destina 120 milioni ogni anno al finanziamento degli ammortizzatori sociali, si riducono i fondi disponibili ad attuare le strategie previste. La redistribuzione delle risorse rende difficile riservare una parte dei Fondi Interprofessionali di Fondimpresa alla riqualificazione delle persone coinvolte nella crisi aziendale.
Lo scopo di Fondimpresa è la formazione qualificata e settoriale, che accresca le competenze professionali di ciascuna categoria di lavoratori, anche degli over 50 che hanno subito le conseguenze della crisi e che, in questo modo, potranno essere inseriti nuovamente nei processi produttivi, ottimizzare il lavoro, introdurre nuove idee di business e creare un vantaggio competitivo forte per l’impresa che ne beneficia.
Questo nei progetti e nelle intenzioni dei leader di Fondimpresa, altre sono le difficoltà oggettive.
Secondo Scuotto, Presidente di Fondimpresa, la riduzione del contributo dallo 0,30% allo 0,19% obbliga a cambiare la rotta. Sicuramente viene condivisa la necessità che Fondimpresa si impegni a contribuire attivamente alla gestione della crisi e a puntare fortemente sulla formazione continua, ma occorre aggiustare il tiro e cercare di razionalizzare al meglio le risorse disponibili.
Si è proposto, quindi, di affiancare alle risorse economiche stanziate da Fondimpresa, un contributo dei datori di lavoro. Come si può immaginare, l’idea non è stata accolta bene dagli imprenditori. Il licenziamento avviene a seguito di una crisi, dunque non si può chiedere al datore di lavoro un esborso ulteriore per ricollocare le risorse.
Il dibattito è in corso e resta tuttora aperto, naturalmente noi ne seguiremo gli sviluppi e vi terremo informati.